Apertura 2016: un rito da sempre

Non è un appuntamento e neanche una scadenza, ma se la domenica di apertura alla pesca nelle acque da salmonidi non sei sulla riva del tuo torrente preferito, hai la sensazione di aver rinunciato a qualcosa di importante.

Quest’anno poi, con le Province in crisi, non sono stati effettuati i consueti ripopolamenti di trote pronta pesca in acque  libere, ma ciò non è un problema per i veri amanti di questo caratteristico ambiente fluviale.

Chi desidera la cattura a tutti i costi ha vita facile con i tratti in concessione pubblica e privata, oppure frequentando i tanti laghi di pesca sportiva che hanno organizzato per l’occasione vere e proprie manifestazioni a tema.

Purtroppo ciò ha anche provocato l’immancabile pubblicazione di fotografie di dubbio gusto sui social network, una passerella di foto ritraenti catture spropositate ed improbabili in un contesto veramente naturale, spaziando dall’esibizione di singole prede di specie alloctone a vere e proprie mattanze di centinaia di poveri pesci insanguinati stesi su un cellophane, catture eseguite magari dagli stessi individui che fino al giorno prima si sono indignati per l’ennesima strage di elefanti africani effettuata dai bracconieri in cerca di avorio o per il disgraziato servizio contro il lupo della Val Taro trasmesso in televisione qualche settimana fa.

La vita andrebbe rispettata sotto qualsiasi forma e, se siamo appassionati di pesca, impegnarci a far soffrire il meno possibile le nostre prede, considerato anche che tale passione non può essere soddisfatta senza un amo in fondo alla lenza. Se poi qualcuno vuol portare un pesce a casa per degustarlo in famiglia o insieme agli amici, andrebbe fatto con discrezione, onorando l’animale che abbiamo sacrificato senza maltrattarne il corpo esanime.

Dopo questo sfogo iniziale posso finalmente raccontare la bella giornata passata sul torrente insieme a Massimiliano, fedele compagno di tante avventure.

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Siamo arrivati sul luogo prescelto a metà mattinata ed il meteo ci ha concesso una tregua nonostante il cielo plumbeo, a differenza degli amici di altre regioni d’Italia che erano sotto una pioggia battente.

Il contesto ambientale è quello classico di fine inverno con vegetazione brulla e poco verde intorno, in compenso il livello dell’acqua è ottimale così come la trasparenza.

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Scorgendo in volo e sui massi della riva qualche subimago di Baetis, scelgo subito una ninfa tipo Olive per imitare le emergenti di questa specie sicuramente presenti in acqua; dopo un po’ questa scelta mi regala la prima cattura della stagione dopo aver fatto derivare l’artificiale sul filo della corrente centrale.

E’ una piccola fario di circa 22 cm, ma di una bellezza incredibile con le pinne ampie ed i colori fantastici; giusto il tempo per una delicata carezza senza neanche sollevarla dall’acqua ed è di nuovo libera.

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Risaliamo il torrente, proseguendo il percorso lungo la sponda facendoci largo fra la vegetazione intricata finché giungiamo ad una piana dove vorremmo fare una sosta per mangiare un panino; il condizionale è d’obbligo perché scorgo una bollata sotto un arbusto ed il pranzo passa subito in secondo piano.

Lego al finale dello 0,14 una piccola parachute sul #18 di colore nocciola e lancio in direzione della bollata avvistata, ma sono troppo laterale rispetto al punto mirato; ad un’altra trota che ci sale con voracità questo non interessa, ma non rimane agganciata e mi darà l’occasione per provare di nuovo sotto il cespuglio.

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Questa volta il lancio è preciso, un metro a monte della precedente bollata, ed infatti la trota bolla convinta e fa sua la mia imitazione, così come faccio mia la nuova cattura.

Bellissima anche questa, leggermente più grande, ed ormai le trote hanno dimostrato di essere propense a mangiare a galla per la presenza delle subimago di Baetis.

Il tempo di un’altra cattura e giungo in un’ampia buca dove la corrente lambisce un enorme masso della sponda, sotto la parete a picco scorgo una trota che bolla su piccole Leuctra che stanno volando sul pelo dell’acqua.

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In controluce questi plecotterini appaiono di colore beige, quindi lego al finale un artificiale in pelo di capriolo e cdc di questa tonalità ed aspetto che si ripeta la bollata. Puntualmente questa si verifica facendomi ben sperare sull’efficacia del mio avvicinamento per arrivare a distanza utile.  Dopo il lancio lascio che la corrente porti l’imitazione sulla trota che, sicura, la ghermisce regalandomi la quarta ed ultima cattura di questa fantastica giornata.

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Sono le 15:30 e le prime gocce di pioggia ci ricordano che la tregua del maltempo è finita, uno sguardo d’intesa con Massimiliano ed affrontiamo la via del ritorno, inerpicandoci sul terreno scosceso per raggiungere la strada 50 metri più in alto. Sono luoghi difficili, aspri ed intricati, ma sono queste caratteristiche che ci fanno sentire un tutt’uno con la natura selvaggia che ci circonda.

Sulla strada del ritorno passiamo nuovamente vicino ad un laghetto di pesca sportiva, la gente vista all’andata è ancora lì, la scena sembra congelata nell’immobilità delle loro posizioni, chissà se hanno riempito le loro buste…

Roberto Brenda

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